La prima nota giornalistica relativa all'esistenza della Sezione di Trento dell'A.N.A. porta la data del 23 maggio 1920 e apparve sul giornale locale "La Libertà ".
L'iniziativa di dar vita a detta Sezione prese corpo all'inizio di quell'anno per volontà di alcuni Alpini trentini tra i quali, principalmente, il Tenente Ferruccio Stefenelli, che in breve riuscirono a rintracciare alcuni commilitoni locali e, dopo un paio di riunioni, a dar corpo alla Sezione di Trento dell'A.N.A..
La "Legione Trentina" fu il primo naturale vivaio della novella Sezione. Gli unici Alpini della comunità trentina erano, giocoforza, i volontari trentini della Legione, cui si unì qualche nucleo di Alpini giunti in Trentino da altre province italiane per ragioni di lavoro.
Fin dalla sua nascita, infatti, la Sezione di Trento dell'AN.A. si rivelò strettamente legata - per idealità, per intenti e per la comune militanza di numerosi dei suoi iscritti - alla S.A.T.
Il primo Presidente della Sezione A.NA fu il Legionario trentino, Capitano degli Alpini (Btg. "Edolo") rag. Guido Larcher, uomo dalle prerogative eccezionali, animatore audace ed instancabile - il quale anche nei momenti più difficili seppe conservare una serenità, una fermezza ed una fede veramente esemplari - che contemporaneamente ricopriva anche la carica di Presidente della S.A.T.
Non basta, il segretario della Sezione AN.A., il Legionario trentino, Medaglia d'Oro, Ten. Ferruccio Stefenelli era, nello stesso tempo, anche segretario della S.A.T.
Similmente avveniva per numerosi altri componenti della sezione che, a loro volta, erano soci della S..A.T.
Le due associazioni, in pratica, agivano come due facce della stessa medaglia. Basti dire, ad esempio, che la prima sede della Sezione fu un locale concesso dalla S.A.T.. e che il ''Bollettino dell'A.N.A.- Sezione di Trento", prima voce degli Alpini trentini aveva trovato ospitalità sul bollettino della S.A.T.
Successivamente, per esigenze di opportunità e in esito alle rispettive finalità, parzialmente diverse, le due associazioni scelsero di svolgere le proprie attività in sedi diverse e con iniziative separate, pur rimanendo strettamente legate da ideali, passione per la montagna e per lo sport alpino.
Questa stretta simbiosi di pensiero e azione tra i due sodalizi costituirà, solo qualche anno dopo, il logico collante che fece si che Guido Larcher aderisse immediatamente e con piena concorrenza di intenti alla proposta di Andreoletti affinché la S.A.T. cedesse all'A.NA i ruderi e i diritti su ciò che restava del Rifugio Contrin.
Se ciò avvenne, è giusto e doveroso rammentare che fu soprattutto per la comprensione e lo spirito di collaborazione dimostrata da Guido Larcher che ciò fu possibile.
(dal libro "Il Rifugio Contrin in Marmolada")