Marzo
CIAO MENEGO

l'articolo scritto dal Presidente Poalo Frizzi è stato pubblicato sul DOSS TRENT del mese di marzo 2025 a  pagina 9 

 

 

Eravamo in tanti sabato 15 febbraio, giunti alla chiesa di Mattarello. Eravamo in tanti, stipati dentro e fuori quell’edificio, quasi stretti in un doloroso abbraccio per salutare l’Alpino Luca Menegatti, il nostro Mènego, che troppo, troppo presto è andato avanti. La notizia dell’improvvisa scomparsa ha lasciato tutti muti nel dolore, ma soprattutto annichiliti nell’incredulità di un evento a cui nessuno voleva rassegnarsi.

Eravamo in tanti a Mattarello, ma di certo mai abbastanza per onorare quel che Luca Menegatti ha rappresentato nei suoi mondi diversi e contigui: innanzitutto per la famiglia degli affetti, con la moglie Lorena ed i quattro figlioli stretti assieme al nonno. Poi la nostra famiglia alpina, per la quale Luca si è speso moltissimo nel corso della sua costruttiva esistenza, dapprima come responsabile del gruppo giovani della sezione, per poi ricoprire negli anni successivi l’incarico di consigliere sezionale e quindi l’incarico di Capogruppo del Gruppo di Mattarello. E poi per quel l'intera comunità del sobborgo, per la quale sia Luca che tutta la sua famiglia sono da sempre un punto fermo di viva partecipazione ed attiva condivisione. Tutti assieme abbiamo cercato di condividere assieme il dolore di questo imprevedibile quanto inspiegabile lutto. Lo abbiamo fatto, cercando – al termine della partecipata celebrazione eucaristica – di tratteggiare le molte qualità di Luca, e le sue diverse figure, di padre, di Alpino, di grande lavoratore e di cittadino impegnato. 

Per quanto riguarda l’Alpino, possiamo certamente affermare di aver perso una grande risorsa; Luca è stato un grande organizzatore ed un collaboratore affidabile, un socio che sapeva fare la differenza nell’organigramma associativo. Di Luca ricorderemo inoltre quel carattere sereno che sapeva trasmettere attraverso un sorriso che riservava al genere umano, soprattutto quando attorno a sé aveva cappelli alpini. Una forza d’animo ed un’integrità morale che lo aveva spinto a fare del SI, e della disponibilità verso il prossimo, un modo di interpretare positivamente la vita di ogni giorno. Luca è stato un Alpino speciale, quasi una penna nera d’altri tempi, assimilabile a quelle figure d’Alpino tratteggiate negli scritti di Salvator Gotta, di Agno Berlese o di Mario Rigoni Stern. Quel genere d’Alpino che tutti avrebbero voluto avere al fianco in pace od in guerra. 

    Del nostro Mènego resterà un’eredità: un modello positivo per coloro che vogliono dedicarsi agli altri, per quanti credono ancora che il noi venga prima dell’io, e che l’impegno per la comunità in cui si vive è un dovere morale a cui non ci si può e non ci si deve mai sottrarre. Il nostro impegno sarà quello di non dimenticarlo, mai. 

 

 

Comitato Doss Trent
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